Santa Barbara, protettrice dei minatori
O Santa Barbera o santa Barberina dei minatori sei la regina. Anche mio padre Ed io testardo |
Finché una mina di quella galleria mi ha rovinato la vita mia Non c'è più medici Non c'è più medici |
O Santa Barbera o santa Barberina dei minatori sei la regina. |
Dal sito http://www.millesentieri.it/webzine/index.htm riportiamo una presentazione di Santa Barbara, la protettrice dei minatori, curata da Massimo Santilli
«Nei confronti dei primi martiri del cristianesimo, le fonti agiografiche presentano generalmente incertezze e spesso vistose discordanze. Questo avviene anche per S.Barbara di Nicomedia, le cui passiones furono redatte e tradotte a distanza di circa quattro secoli dal suo martirio, subito verso la fine del III secolo e all'inizio del IV. Alcune leggende sorte intorno alla sua figura ed ispirate ai supplizi cui venne sottoposta, non hanno favorito la ricostruzione di una biografia attendibile, incerto è quindi il luogo di origine come anche il suo Dies Natalis, fissato nel calendario liturgico al 4 dicembre. Probabilmente il culto della martire, originario dell'Egitto, e assai diffuso sin dall'antichità, raggiunse la nostra Penisola e si estese a seguito della dominazione bizantina e delle crociate. Un'antica tradizione vuole che S.Barbara sia vissuta a Scandriglia, nei dintorni di Rieti, città quest'ultima che la elesse come sua patrona venerandone le spoglie in una cappella entro la cattedrale. Anche altre città italiane si contendono la custodia delle sacre reliquie come Arezzo, Venezia e Torcello. Il racconto leggendario più diffuso vuole che la giovane, in seguito alla sua conversione alla fede cristiana, venne rinchiusa dal padre in una torre (elemento della sua comune rappresentazione iconografica assieme alla corona, alla palma ed alla spada) dalla quale riusciva prodigiosamente a fuggire. Fu allora che le vennero inflitte atroci e ripetute torture senza però a riuscire a procurarle menomazioni fisiche. Per ordine del prefetto venne quindi decapitata dallo stesso padre. Subito dopo, dal cielo una fulminante saetta scatenò tutta la sua potenza mortale, evento considerato come espressione di una divina giustizia. Intorno a questo episodio finale del martirio si sviluppò la devozione verso la santa, invocata pertanto contro la morte improvvisa, contro il trapasso immediato. In seguito il suo patronato si estese a quanti, per ragioni di lavoro, si esponevano ai pericoli di una morte causata dall'uso pericoloso di sostanze come la polvere da sparo o dall'utilizzo di armi da fuoco.»